
Mi sono sempre chiesto come deve essere vivere e pensare come Matteo Salvini. Mi sono immedesimato nel personaggio e ho stilato una lista di motivi per i quali essere Matteo Salvini è uno schifo.
- Ogni giorno Matteo Salvini si sveglia e deve comunicare al mondo la stessa cosa in 140 caratteri, cambiando le parole. E i sinonimi scarseggiano.
- Deve parlare con Borghezio e Calderoli.
- Deve mettere in risalto i valori tradizionali della famiglia in questa società corrotta: dopo due figli con tre donne diverse, un divorzio e un figlio fuori dal matrimonio.
- Perché il verde è maledettamente fuori moda.
- Perché ha l’appoggio mediatico di Feltri, Barbara D’Urso e Alfonso Signorini. Non propriamente simili ad Indro Montanelli
- Perché gli ultras non pagano la SIAE per “Vesuvio lavali col fuoco”.
- La prima moglie era pugliese ma lui ha sempre dovuto sostenere che le orecchiette con le cime di rapa fanno schifo.
- Perché è stato sconfitto dialetticamente anche da Balotelli, non un Nobel insomma.
- Sicuramente Agrigento è più carina di Pontida.
- Tifa Milan e si vede Muntari capitano, tutti lo odiano insomma.
- Ha dovuto sopportare le riunioni con Bossi e il diciottesimo del Trota.
- Bere acqua del Po fa male, però fa più effetto di una bottiglia di Jack.
- In giro vede solo Kebabbari e nemmeno un rivenditore di Bagna Cauda.
- Perché non è bello trovarsi addosso tutto il mercato dell’ortofrutta in ogni posto che vai a visitare.
- Perché fingere tristezza e sgomento per la morte dei migranti è terribilmente difficile.
- Perché sui social è seguito solo da invasati con il BLOC MAIUSC sempre attivo.
- Perché se incontra gli elettori è costretto a bere una quarantina di grappini dalle sei del mattino.
- Si è laureato con difficoltà, ha studiato l’Inglese ma si trova costretto ad andare a ripetizioni di Bergamasco stretto per prepararsi all’incontro con i grandi elettori.
Ogni sera, dopo una giornata difficile Matteo Salvini indossa il pigiamino verde e dopo aver ringraziato le divinità celtiche di averlo fatto nascere italiano, si addormenta con il sorriso contando le pecore che lo sostengono.
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